lunedì 28 settembre 2009

Un bravo chitarrista

...passa metà della sua vita ad accordare una chitarra e l'altra metà a suonare con una scordata.

L'ho sentita stasera da uno bravo davvero.

Che, poi, a pensarci bene è così anche per le donne (femmine, se preferite)... passano metà della loro vita a cercare il grande amore e l'altra metà con l'uomo sbagliato.


Vabbuò va, annunciata al mondo questa grande verità posso anche andare a dormire.

domenica 27 settembre 2009

Quello che voglio

Vorrei che domani mattina fosse domenica mattina.
Vorrei che fosse a Vienna...(giallo Schonbrunn, è questo il tempo).

Colazione e libro al Caffè Sperl.

(torta di mele e crema caldissima, per la precisione)


sabato 19 settembre 2009

saluti

Da giorni si aggira senza sosta per la casa, come se stesse cercando qualcosa senza trovarla.


Mio nonno è vecchio e la sua malattia è tornata a manifestarsi.


E’ vecchio, lo sa. E adesso sa pure come gli è toccato in sorte di morire.


Non parla, lui non ha mai concesso niente di sé agli altri. Gira le spalle a tutti e continua a cercare.


Mi dicono “sta perdendo la testa”.


Non è così. L’ho osservato.


Lui sta salutando la casa e le cose. Le cerca, le guarda e passa oltre.


Chissà se troverà il coraggio di salutare anche noi… anche me, che da quando sono nata sono stata il suo specchio.


Io non posso più continuare a raccontare la sua storia. Non ce la faccio più.


Devo provare a raccontare la mia, prima che sia troppo tardi.



 


Mi dispiace, ma devo lasciarti andare e devo farlo adesso, prima che succeda.

venerdì 11 settembre 2009

Peppino Impastato

 

peppino impastatoUn eroe e non è poco in un Paese “sgarrupato” come il nostro.


Felicita Impastato, la madre … cosa si può dire di una donna che è sopravvissuta al figlio morto ammazzato e che ha dovuto vivere a pochi passi dall’assassino, per non lasciar morire la memoria.


La memoria di Impastato, almeno quella, va salvata.


E, poi, ci sono i ragazzi che tengono aperto e mandano avanti il centro di documentazione (la casa di Impastato) a Cinisi. Dovreste vederli. Viene voglia di abbracciarli e tenerli stretti, perché sono belli, proprio belli, sono la speranza contro lo schifo dilagante.


Il sindaco leghista del paesello in provincia di Bergamo, invece, è un deficiente.


Senza offesa, però. Il senso è quello proprio della parola: lui difetta. Si può discutere di cosa, ma difetta e come.


Può solo difettare uno che rimuove la targa in ricordo di Impastato per metterne una in ricordo di un sacerdote locale, tale Giancarlo Baggi.


… e che te lo volevi perdere il ricordo di ‘sto pezzo di prete!


http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/lega-impastato/lega-impastato/lega-impastato.html

giovedì 10 settembre 2009

Respiro

(Almamegretta – Lingo)


Che sto' cercanno chesta notte ancora
'na voce ca quasi me vo' bbene
ca doce me scerea comme acqua 'ngoppo 'e pprete
stu core mio nun sape addo' te adda' cerca'

e passa 'o tiempo passa sta vernata
si chiammo 'o nomme tuojo tu nun rispunne
ma a vita è comme 'a luna int' 'a nuttata
ca se annasconne e po' torna a schiara'

i' respiro
ma nun abbasta ancora nun abbasta
nun abbasta si nun rispiri tu vicino a me.


(http://www.youtube.com/watch?v=L2hTVW3Acik )


(il video non c’entra niente con il testo, ma è bello comunque)


 


E’ questa, secondo me, la più bella dichiarazione d’amore in assoluto.


E’ in “lingua” e, a sentirla, si capisce poco per quel particolare modo di cantare di Raiz che le parole se le “tiene in corpo”.


Ma se, putacaso, trovi uno che ti dice qualcosa di anche lontanamente simile a <<io respiro, ma non basta, ancora non basta, se non respiri tu vicino a me>>, allora lo sai,  è lui!


E, allora, lascia perdere dubbi, paturnie, soldimacchinevestiti, ex-non ancora ex, il lavoro, gli amici, le pulizie di primavera, la tua indipendenza e i suoi calzini da lavare, iovorreinonvorreimasevuoi: è lui e basta.


Per fortuna le probabilità che un maschio della nostra specie riesca a dire una cosa del genere sono pari a quelle di trovare un’estetista che non ti dica che per quella brutta cellulite dovresti fare un massaggio drenante, cioè prossime allo ZERO.


Vabbuò, a sentirla l’ormone si agita...meglio pensare ai panni da stirare. La prossima volta al lavaggio aggiungo pure l’ammorbidente.


Vabbuò 2:  <<'na voce ca quasi me vo' bbene, ca doce me scerea comme acqua 'ngoppo 'e pprete>> …la voce amata che “scerea” come acqua sulle pietre, è poesia. A un livello che tu, milanese, non potrai mai raggiungere e mi dispiace, si si.

venerdì 4 settembre 2009

Montalbano, la lavatrice e il bouquet di roselline rosa

Sembrerebbe il contrario, ma il titolo ha un senso.


Sempre femmina della mia razza sono (vedi post precedente), così ieri ho passato la serata ad aggiustare la lavatrice. Vabbè, non proprio, era solo il tubo dell'acqua che perdeva.


Mentre ci davo dentro con l'isolante pensavo che, dopo l'infatuazione dei primi tempi, adesso il Commissario Montalbano mi sta proprio sui coglioni. 


E quanto se la tira!


Manco fosse veramente l'unica possibile risposta ai sogni romantici delle femmine di mezza età. Pare che a quella disgraziata della fidanzata storica (così la chiamano tutti) le sta facendo l'elemosina quando si concede (sprecando così un po' del prezioso tempo dedicato a morti ammazzati e abbuffate di caponata).


  Ma ci metto assai a mandarti a cagare, razza di presuntuoso, tracagnotto (tracagnotto mi è piaciuto), pelato e con la piega dei pantaloni troppo alta!


...opppss, credo di essermi lasciata un po' prendere la mano.


Non c'è niente da fare, una femmina sente sempre la mancanza di un uomo quando si verificano due precise circostanze: 


1) la rottura di tubi, elettrodomestici, circuiti, infissi e affini;


2) l'imminenza del matrimonio dell'amica che proprio non si può esimere dallo sposarsi con il "chiattone idiota" di turno solo per rimarcare la zitellaggine di quelle che restano.


Ora, il fatto è che la santa donna in questione mi ha chiesto, pure, di essere onorata con un bel discorsetto di auguri e annesso brindisi e bacio bacio (e 'na fettina de culo panato, no?!).


Così, schiantata dal sudore, tra schizzi di anticalcare e residui di tubo, ho avuto l'illuminazione.


Io il discorso te lo faccio e ci mancherebbe altro. Eccotelo, tiè.  


(l'arringa di Volonté - "Sacco e Vanzetti"  http://www.youtube.com/watch?v=mNxLlxjNsZ0)


"Bartolomeo Vanzetti, avete qualcosa da dichiarare prima che la condanna a morte diventi esecutiva?"


"Si, ho da dire che sono innocente. Non ho mai versato sangue umano, io. ...Mi sun anarchic, io sono un anarchico e sono italiano" 


Non è adatto come brindisi ad un matrimonio? E pazienza!  questa è l'unica cosa che mi viene in mente.


 E alla felice sposa che, a quel punto, mi guarderà come se fossi impazzita voglio dire: guarda bella, che ti dovrai svegliare tutte le mattine, per gli anni a venire, con quella palla di lardo flaccida e puzzolente!


Il bouquet?


 "roselline rosa, che ne pensi?"  


Bello, bellissimo, romantico, finissimo, si intonano al tuo incarnato...E STI CAZZI!


(non è necessario che intrattenga il gentile lettore con una disquisizione sulla differenza tra "sti cazzi" e "me coglioni", nevvero?!)


martedì 1 settembre 2009

IL FUOCO, LA RUOTA E IL CAPO DI CORDA

Queste le tappe fondamentali dell’evoluzione umana per quelli della mia etnia.

Per tutti gli altri, quelli che non sono nati tra le montagne e il vino, il capo di corda è il filo di ferro.

I maschi della mia razza sono convinti che qualsiasi cosa, dal trattore all’arricciacapelli, può essere sistemata con un capo di corda.

E quando proprio il fattapposta non ne vuole sapere di funzionare allora la colpa è di sicuro della “r’setta”…e quella, se è rotta, proprio non si può aggiustare.

Per anni, di questo oggetto, conosciuto solo dai maschi della mia razza, ho ignorato forma, colore, dimensioni, sapore, odore.

Solo verso i 30 anni, durante una delle mie brevi ma intense incursioni nella terra natia, ho trovato il coraggio  di domandare e la reazione è stata uno sguardo di commiserazione e rassegnata pazienza.

[lo stesso che fanno i benzinai quando, implorante e a piedi, chiedi loro di riempire di benzina la bottiglia che porgi tremante, perché hai dimenticato di fare rifornimento e quello stronzo di motorino ti ha piantato all’incrocio con viale regina margherita all’ora di punta: quello sguardo là]

Finalmente ho capito: R’SETTA é la traduzione più o meno precisa di UGELLO.

E al paese mio nessuno dice UGELLO, nossignore!