martedì 28 settembre 2010

Categoria: scazzi
Serie: facciamoci un po' di amici


In giro non si contano più i post e i profili, che citano o riportano il verso della Merini "sono una piccola ape furibonda".
A tale proposito vorrei dire una cosa, questa qua.
E BASTA!

Magari, se ci si prova, si riesce pure a trovare qualcosa di più originale, tipo:

sono una piccola coccinella sfrantecata /
mosca scassacazzi /
calabrone scriteriato e grasso /
zanzara schiattata contro il muro con macchia di sangue indelebile (evaffanculo)
.
Qualunque cosa, fate voi, animali e imprecazioni si sprecano se vi applicate.

E, a buon peso, parliamo pure di quelli che per presentarsi scrivono "sono un tipo solare".

Che minchia significa, eh?!
 
"vuol dire che sorridi alla vita e la vita ti sorride."

Ah si? Ma dai?! Ma che davero davero?!

NO

Tu ridi a sproposito, ridi perchè non capisci niente, ridi perchè hai una marea di amichetti deficienti come te su facebook e pensi di essere popolare e invece sei solo ... solare. Appiccicoso come una crema solare, di quelle che appena la metti ti si "azzecca" la sabbia addosso e ti graffia tanto che devi farti subito una doccia per farla andare via.
E un'altra cosa.
Sono quelli solari che, in genere, scrivono nel linguaggio dei subnormali che
tvtbammtitma (tivogliotantobeneassaimamitromboiltuomiglioreamico) perkè me lo a (rigorosamente senza h) kiesto.

Eh, oggi va così.
Sono antipatica?
E pazienza, ce ne faremo tutti facilmente una ragione.

E' pure vero che questo è un momento difficile per me.
Cercate di comprendere.
Ho fatto il cambio di stagione nella scarpiera.
E li ho visti.
Ho visto tutti i sandali che non ho mai messo quest’estate e so che questo può significare solo due cose:
1) ho troppe scarpe
2) non sono uscita abbastanza spesso da metterle tutte.

venerdì 24 settembre 2010

giovedì 16 settembre 2010


La partita te la devi giocare con le carte che ti sono capitate.
Non ti piacciono? Quelle sono. Niente storie, niente lagne.
Poteva andare meglio, come no. Oppure peggio.
Però è da quelle che devi partire; e puoi solo andare avanti a giocare e superare confini. Quelli reali, e cambi città, persone, luce; e quelli invisibili, che sono solo nella tua testa.
Tutto qua, niente di che. Niente di più.

E’ un po’ come quando pensavi che non avresti mai messo sandali-gioiello con il tacco alto. Mai... Poi, lo fai e pensi che, in fondo, non sono così male.
Fuori si vede un cambiamento limitato alle estremità inferiori, ma dentro di te hai attraversato le valli del disonore e della vergogna e sei sopravvissuta.
Alla fine hai capito che non potrai mai essere come lady Oscar. Non sei nobile francese, alta, bionda e con un’uniforme da colonnello della guardia reale che ti sta da favola. Nella culla non ti hanno messo un fioretto, al massimo una “medagliella e un corniciello”. Non sei innamorata di uno bello come Hans Axel von Fersen, e non c’è Andrè che ti sbava dietro.

E, allora, pensi che ti sei fregata per la vita con questa storia dell’eroina bella e impavida, che sei una sfigata come tante e ti metti ‘sti tacchi e fanculo a tutti.


Che cazzo ti guardi? Chiudi la bocca va, che fa corrente nel cervello.