giovedì 24 marzo 2011

Adesso

farei qualunque cosa per un pacco di baiocchi (crema di nocciola e cioccolato).

Spero di arrivare alla fine di questa giornata con dignità.

martedì 8 marzo 2011

santemariagoretti

Avessero potuto scegliere, sarebbero state meno sante e più vive.
Tutte.
E non è una scelta quella tra l'essere violate e la morte.

Anche i preti lo sanno, ma parlano "a schiovere", protetti dalle vesti, dall'alto dei loro pulpiti.
Lo fanno per mestiere.

venerdì 4 marzo 2011

epopea


Vorrei che A. fosse felice, perché le voglio bene e perché, così, potrei smettere di inseguirla, arrancando in modo indecoroso, mentre corriamo.
E' infelice e arrabbiata, e per sfogarsi corre come una dannata.
La colpa, manco a dirlo, è del solito esistenzialista coglione, o coglione esistenziale, come preferite.
Di quelli con il vuoto dentro, quelli che “la felicità non esiste e non sono io quello che può renderti felice che io non sono capace di essere felice”,  che  "non sto bene né con te, né senza di te, ma, visto che mi trovo bene, continuo a scartavetrarti i maroni (o le ovaie) perché sono troppo infelice per smettere di renderti infelice", e così sfrantecando oltre…

Insomma, uno di quei coglioni lì; in pratica, la versione maschile del "chiagne e fotte”. Anche in senso letterale.

Quelli così sono diventati una presenza endemica nella società moderna, e se ne vanno in giro ad ammorbare l'esistenza di noi povere cretine che ancora non abbiamo imparato ad evitarli come la merda sul marciapiede il giorno che hai messo, per la prima volta, un paio di stivali nuovi, bellissimi.
Sono loro la nuova frontiera delle relazioni.
Oramai siamo all'epopea del coglione esistenziale (o esistenzialista coglione).
Io, per dire, potrei scriverne pagine gloriose se non fossi troppo occupata con il libretto di istruzioni del mio IPhone.

E, allora, sai che ti dico amica mia? Corri e sfogati, che con il sudore viene via anche il veleno.
E non fa niente se dovrò continuare ad arrancare dietro di te.

martedì 1 marzo 2011