mercoledì 25 maggio 2011

contesse


Che, poi, queste che nascono contesse,  e hanno vite eccezionali, che avranno fatto mai?!.
Tutti lì a dire “che donna eccezionale, che vita eccezionale”. Eccheppalle.

E provateci voi a fare qualcosa di eccezionale se siete nati nel buco del culo dell’Appennino, nel meridione più depresso del sistema solare, in un posto equidistante da tutti i mari. La cosa più eccezionale che puoi fare è sopravvivere al freddo umido, d’inverno, e alla noia, d’estate.

Quelle, invece, le contesse, partono bionde naturali, fanno studi eccezionali (“l’amministrazione belga del ruanda urundi tra le guerre mondiali”, roba così), viaggiano in africa e nel chapas come fosse la spiaggia di torvaianica, tornano, trovano un posto in un’amministrazione d’élite senza necessità di concorso (per carità, sarebbe offensivo, con quel curriculum), si lavano i capelli in ufficio se capita una serata al volo, fanno un figlio (e si sposano solo dopo, prima fa cafone) e, magari, con la gravidanza si ritrovano tettone a 40 anni (i figli se li possono tenere, ma le tette in più, quelle, farebbero comodo).

Care contesse mezzehippyradicalchicdelcazzo, vi volevo dire una cosa, questa qua:  
                                                              mavaffanculova

... e grazie di esistere, senza di voi, certi giorni, non riuscirei a dare sfogo al mio pessimo carattere.

[questo post è dedicato a mariblù (che non è contessa), e ci siamo capite]
 

giovedì 19 maggio 2011

<<...che non esiste solo il bianco o il nero, che la vita è piena di sfumature di grigio. E che il grigio ha bisogno di norme aperte. La legge 194, sulla carta, lo è.>>

www.laiga.it

venerdì 6 maggio 2011

nothing which we are to perceive in this world equals
the power of your intense fragility

somewhere I have never travelledEdward Estlin Cummings
  

martedì 3 maggio 2011

io sono quella delle regole ferree e delle certezze assolute


Così dicono.
Per me è tutto bianco, o tutto nero. Niente sfumature, nessun dubbio.


O sei amico, oppure sarai passato per le armi come un nemico.


Dicono.
Non è vero.


Io, in realtà, vivo di dubbi. Ho poche certezze, e anche su quelle non scommetterei.
Ma è meglio che non si sappia troppo in giro.
Quando è capitato di lasciar trasparire un dubbio, un'incertezza, in un attimo le fiere erano pronte ad azzannare il collo, a colpire la parte più esposta.
Per questo ho imparato a fingere assoluta sicurezza. Un soldato in guerra, pronto ad obbedire a regole che non ammettono discussione.



E, comunque, la mia prima risposta è sempre "no".


Che da un "no" si può sempre tornare indietro.


Ma se hai detto "si" sei fottuto.